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Giro di Vite

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Movimento per la vita
(e lo chiamano)
di
Francesco De Girolamo

Noi siamo qui per ammonire
di non fermare una vita innocente
di chi ancora non c’è, ma già sente,
anche a costo di far impazzire,
o far cadere in un abisso,
chi invece già sa di soffrire,
senza scorgerlo in sé, il crocifisso,
cui intonare, sanguinante, gli osanna
nel diritto degli altri, l’inviolabile
dovere del più debole, la condanna,
sacra a qualunque costo,
di ogni atroce sentenza, anche ignota,
di ogni sventura o violenza,
stupro morale, demenza,
inconsapevole di dover essere
sempre grata a qualcuno
della propria insensata sofferenza,
benedetta da Dio,
ben accetta dal padre,
accolta dalla madre,
attesa dallo zio, compassionevole,
dal prete di frontiera che farà
che i bambini vengano a lui,
e che lui venga in essi.

La forza della storia tra i rovi di Dolcedo

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di Stefania Nardini

Quel cielo di Francia vicino e distante. I carrugi, la forza delle pietre, il profumo della salsedine. Dolcedo è uno di quei paesi liguri arroccati su per le montagne. Fitto di rovi e di segreti, in cui la vita scorre in un fluire che ha sempre un che di fatale. Terra prossima al confine. Dove, come ha spesso raccontato Francesco Biamonti nelle sue opere, si apre a chi nulla ha da perdere o tutto ha perso….

Per una critica telescopica: genere lirico e sfondi antropologici 1

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di Andrea Inglese

Voglio proporre una serie di riflessioni non troppo sistematiche, che hanno però almeno due tratti in comune. Si tratta di riflessioni orientate a formulare domande intorno a prospettive di ricerca già avviate, che possono interessare l’attuale discorso critico sulla poesia italiana. E tali riflessioni pretendono di porsi ai margini del discorso critico o, più precisamente, tra il discorso critico e qualcos’altro. Ora questa posizione di margine è giustificata da due ragioni, una teorica e l’altra personale. Condivido, innanzitutto, l’idea di Fortini che lo scopo della critica «consiste nella implicazione di vari ordini di conoscenze in occasione e a proposito della conoscenza di un oggetto letterario» 1. Una critica quindi che, secondo la parafrasi che ne fa Mengaldo, «si pone come mediatrice, ma non fra opera, o autore, e lettori (…), bensì (…) fra il senso della prima e quello che il critico crede sapere in generale della società, realtà, mondo» 2. Ciò significa che il raggio d’azione del critico abbraccia, sul versante specialistico, la strumentazione tipica dell’analisi dei testi letterari, ma su di un altro versante, consapevolmente dilettantesco, esso si apre sul mare magnum dei discorsi non letterari.

sfinge bluastra

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di Ulrike Draesner

traduzione di Camilla Miglio

(metallo)

canto in pancia

dolore; sono le pareti raschiate
in pancia
ripulite, messe a tacere,
in ogni fibra muscolare, in ogni fibra
manca il bambino –
in pancia. vigono le leggi
della riproduzione, fanno rumore, i
raschiatoi, si aspirano tutto fino in fondo
fino alla radice, a dicembre
in pancia. tavoli d’ospedale
si richiudono, bianchi e raschiati,
voglioso di ogni legge dell’igiene
il tappo nel dorso della mano
rossa
la plastica e beve. ma cosa vuol dire
“nuvola”)

Esperienze poetiche

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Milano, 8 aprile 2008, ore 21:00
La casa della poesia
(largo Marinai d’Italia)

Quattro poeti leggono testi tratti dalle loro più recenti pubblicazioni :
Biagio Cepollaro, Marco Giovenale, Andrea Inglese, Andrea Raos

Le pubblicazioni:

Il ribelle in guanti rosa

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di Linnio Accorroni

Giuseppe Montesano ‘Il ribelle in guanti rosa’, Mondadori, 2007, pag.441, euro 19,00.

Dopo essersi occupato dell’ultimo Baudelaire, quello dell’autoesilio nel Belgio e nella sua “Capitale delle scimmie”, (Oscar Mondadori), dopo la perfetta curatela, insieme a Raboni, del massiccio Meridiano dedicato alla polifonica produzione letteraria del poeta de “I fiori del male”, questo tomone ‘definitivo’ di 441 pagine sembra costituire un esito logico e naturale per Giuseppe Montesano e per la sua lunga fedeltà al poeta francese. Un ‘à nos deux, maintenant’ sotto forma di saggio critico (ma la definizione pecca senz’altro per difetto) che uno dei più validi romanzieri e critici delle ultime leve affronta da par suo. In queste pagine, infatti, ritroviamo ancora più acre e implacato quel furor agonistico, quella tensione ad una ‘Bellezza altra’ che sfavilla nella scrittura, sia di pagine che di recensioni, dell’autore napoletano.

Luci e ombre di Google in Francia

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Il collettivo Ippolita ha pubblicato per Payot&Rivages La face Cachée de Google, l’edizione francese di Luci e Ombre di Google. Futuro e Passato dell’Industria dei Metadati (IBS, BOL), di cui Nazione Indiana ha già parlato in passato. Il libro è Copyleft, viene distribuito commercialmente ed è scaricabile liberamente dal sito degli autori e qui.

Ho chiesto ai membri di Ippolita una breve intervista, che propongo qui ai lettori di Nazione Indiana.

Corrispondenze da Snova

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Segnaliamo la comparsa di un nuovo sito internet, www.corrispondenzedasnova.it, prodotto dal Progetto Snova.

Snova è un gruppo di ricerca formatosi nel 2005, che, usando gli strumenti della critica letteraria, teatrale, artistica e dello spettacolo, cerca di mettere in evidenza alcuni snodi problematici e contraddizioni del nostro tempo. Nel 2006 ha pubblicato un volume di saggi letterari, Costellazioni. Letture critiche sull’immaginario, Roma, Lithos. Ora prosegue la sua azione in rete.

Diorama dell’est #9

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ex-zona-commerciale.jpgdi Giovanni Catelli

Verso Chernobyl

La polvere arriva, in grandi nuvole grigie, dalle profondità dell’Est, quando il corso dei venti si confonde, gli ostacoli delle stagioni s’accasciano, sulle pianure, spalancano il cammino senza difese, alla pressione immensa delle correnti, alle onde argentate che s’infrangono, verso il tramonto, sull’arenile stupito dei nostri sobborghi, sulla roccia friabile di queste case disperse, che non provano ancora l’insidia del mare, non conoscono più la voce rabbiosa, il respiro, il sibilo fermo della cieca distanza.

Variazioni Meridiano – 7: Andrea Raos

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falcone2.jpgarafat.jpg “L’entytà maffiosa”. Una storia da ridere. (KarmaRoma remix)

(Questa storia da ridere si svolgeva tanti, tanti anni fa:)

Alcuni Stati stranieri si rifiutavano persino di utilizzare il nome ufficiale, Ytalya, e insistevano a chiamarla “l’entytà maffiosa”, semplicemente, come a negarne l’esistenza. Insistevano bene su ogni sillaba nel pronunciare quel nome, fino a farlo soffiare come un serpente in trappola. Il fatto stesso che la “democrazia” detta “Ytalya” esistesse era per loro – quelle democrazie compiute, perfette in virtù del fatto stesso di essere coscienti della propria imperfezione – una “catastrofe”. Si fregiavano di buoni sentimenti nei confronti di un pugno di dannati, di straccioni, che alla nascita di quello Stato si erano visti espropriati delle loro terre e gettati a marcire in qualche no man’s land dalle condizioni di vita indicibili. Rifiutavano di ammettere che quei quattro pulciosi erano loro i primi a disprezzarli, a odiarli, a ignorarli (salvo farsene una bandiera, nel caso, trasformandoli nell’oggetto di una strumentalizzazione politica delle più abiette).

Ma d’altra parte:

Lezioni private

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di Mauro Baldrati

Con l’inglese proprio non va.

Il fatto è che alle medie, qua al paese, c’era francese, una lingua bella e facile, anche se bisogna storcere la bocca con quelle “u” e “ue”. Ma quest’anno all’Istituto Tecnico Cosmodemonico mi hanno appioppato inglese obbligatorio e, anche se ho frequentato un corso accelerato di recupero, non combino un accidente. Primo compito in classe: 4; secondo compito in classe: 4; interrogazione: 5 (“ma sarebbe un 4” ha sentenziato il prof, che mi ha pure messo un 3 sul registro perché mi ha beccato a fumare nel cesso).

Ni dieu mais un maître: Jean-Patrick Manchette

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Come una prefazione
intervista a Jean-Patrick Manchette
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Cosa l’ha spinta a scrivere gialli?
Il caso. Il caso ha spalle robuste. Mi sono trovato da un giorno all’altro nella necessità di guadagnarmi da vivere e di mantenere la mia modesta famiglia. Da un giorno all’altro, perché all’inizio volevo diventare professore d’inglese. In realtà non credo che avrei retto. Già non sopportavo di continuare gli studi. Così, quando tutto faceva pensare che avrei ottenuto un incarico all’apertura dell’anno scolastico, mi sposo con una donna fantastica e mi ritrovo con un presalario di ottocento franchi e un affitto di seicento franchi mensili, che accetto senza pensarci troppo, dicendomi: ce la caveremo. Mélissa, mia moglie, si era appena diplomata in cinematografia e grazie a lei conoscevamo un certo numero di persone; non che siano riuscite tutte a sfondare nel cinema, anzi, quasi nessuno; ma per esempio, eravamo molto amici di Jean-Pierre Bastid, anche se ora ci siamo persi di vista.

A Silvio

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di Sergio Soda Star

Vorrei urlare, tutto il Paese dovrebbe urlare.
Perché non bisogna essere osservatori politici
per vedere come siamo ridotti: l’Università è nel caos,
non abbiamo neanche la carta igienica nel bagno…
Sto qui e aspetto Prodi, non me ne vado.

(Lorenza, 26 anni, davanti alla sede dell’Unione
a Piazza Santi Apostoli, Roma 10 aprile 2006)

non tanto perché hai mostrato polso fermo quando
per esempio si è trattato dell’articolo diciotto infatti
purtroppo ti sei comportato come un politico francese
qualunque e addirittura alla fine hai fatto finta di niente

nemmeno perché ti sei occupato del fatto che in italia
la giustizia non esiste e in pratica quando cominci
un processo praticamente è meglio che pensi a qualcos’altro
perché il processo dura tipo quarantacinque anni

Bacheca di aprile 2008

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Spazio aperto alle discussioni e alle segnalazioni.

Le voci, la città. La scrittura per ripensare spazi e accessi

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E’ appena uscito

Le voci, la città. La scrittura per ripensare spazi e accessi,
a cura di Gianmaria Nerli e Luigi Nacci, Firenze, Edizioni Cadmo, con CD audio.

Il volume, diviso in due sezioni, una dedicata ai racconti e l’altra alla poesia, raccoglie i risultati dei lavori di un meeting dedicato alla scrittura e ai giovani autori svoltosi a Fiesole dal 7 al 10 giugno 2007. A impreziosire la pubblicazione un CD contenente la registrazione live del poetry slam – sotto la conduzione del poeta e scrittore Lello Voce – che ha chiuso il laboratorio poetico, e l’intervento tenuto dal critico Andrea Cortellessa nella tavola rotonda.

venerdìrewound

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di Chiara Valerio

Rivedrò domani le banchine
e la muraglia e l’usata strada.
Nel futuro che s’apre le mattine
sono ancorate come barche in rada.

Ossi di seppia, E. MONTALE

A cinque anni ho preso in mano un coltello per affettare il pane e mi sono tagliato un dito. Una brutta ferita, la falangetta del dito medio pencolava spaventosamente. Mio padre mi ha portato all’ospedale come se una spada mi avesse trafitto il cuore e io stessi morendo. Non ero preoccupato, sapevo che tutto sarebbe andato per il verso giusto e il medio avrebbe perso quella piega innaturale per tornare in asse con le dita di tutti. Il pane di grano duro sarebbe stato il mio ultimo desiderio cosciente. Anche adesso lo è. Non ho mai più toccato un coltello e o una posata. Mangio con le bacchette di legno. Chi mi invita lo sa. Non ho mai più fatto niente, avvitato o martellato o fissato o incollato. Sono stato e sto.

La fine del lavoro

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di Stefano Palmisano

Qualcuno fino a qualche giorno fa si lamentava che in questa campagna elettorale si parlasse poco di programmi, dopo le pregnanti discussioni, le “fabbriche” e le relative, enciclopediche produzioni che in questo campo ne erano scaturite in occasione delle scorse elezioni.

Questa gravissima lacuna democratica è stata finalmente colmata: adesso il programma c’è.

Ovviamente, non è quello del centrodestra, e men che meno quello del cosiddetto partito democratico.

È quello di Confindustria; il vero programma di governo della prossima legislatura è questo. Qualunque sia la sfumatura cromatica del prossimo esecutivo.

Ultima corsa all’Avana

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di Dante Castro

traduzione di Marco Ottaiano

Gli proposi di fondare insieme il marxismo magico: metà ragione, metà passione, e una terza metà di mistero.
Eduardo Galeano

Quella notte fu dura per entrambi. Decisi di dirle la verità, che nel giro di una settimana me ne sarei tornato a Lima, che non ci saremmo più rivisti. Avevamo in sospeso un viaggio verso le province orientali, prima Santa Clara, Ciego De Ávila, Camagüey, e infine Santiago de Cuba. Avevamo dunque un sogno difficile da realizzare. Difficile almeno quanto trovare un autobus all’Avana dopo le undici di sera. Ed erano le undici.
Avevamo visto passare l’ultimo una mezz’ora prima. Avevamo provato a prenderlo al volo, inutilmente.

Appello all’OSCE

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una segnalazione preoccupata

Quando leggo queste notizie penso che i miei amici che dovranno votare in alcune regioni d’Italia – tipo appunto la Sicilia – non stanno affatto esagerando, disfattisti, quando lanciano un appello come questo, firmato da Antonio Pagliaro.
(Ringrazio Nicolò La Rocca che me l’ha segnalato).

Disperato amore senza fine

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di Franz Krauspenhaar

toh, prendi, dai, oh, dai, godi, toh, tiè tiè tiè, oh, sì, dai, oh, dai, godi, tiè, puttana, tiè, troia, toh, toh, toh, prendilo, dai, tiè, dai, godi troia dai, prendilo prendilo dai, oh sì, vacca puttana schifosa dai, oh sì dai, troia schifosa sì dai, oh prendilo dai, in bocca, toh, in culo ora dai, oh, sì, aspetta, dai, sì, oh dai sì, vacca dai sì, davanti ora dai, oh sì prendilo dai, oh sì prendilo tutto questo cazzone schifoso dai, tieni dai prendi il cazzo dai, il cazzo del porco dai, tiè toh toh toh dai, oh sì prendilo prendilo dai, dai su prendi dai toh tiè tiè, oh sì dai che vengo toh, dai che sborro dai toh, dai puttana dai muoviti dai toh, sì oh sì godo sì vengo oh, sì