di Gianluca Gigliozzi
Il 10 ottobre scorso è morta Danièle Huillet. Insieme al marito, Jean-Marie Straub, ha creato fin dai primi anni ’60 un cinema radicale nei temi e nel linguaggio, di grande forza etica e politica ma anche di grande novità formale. Danièle e Jean-Marie hanno vissuto a Roma fin dal 1969, anno di uno dei loro film più eversivi, il geniale Othon, tratto da una tragedia di Pierre Corneille. I loro film, duri e adamantini, così estranei al cinema spettacolare dominante che inquina gli occhi e lo spirito di tutti noi, sono ancora poco conosciuti anche dal pubblico colto (o che tale si ritiene o che tale è ritenuto), e ancora oggi non è facile procurarseli, anche se, in Italia, negli ultimissimi anni e negli ultimi mesi indubbiamente se ne è parlato molto di più di quanto forse non si sia mai fatto.






