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Poesia ermetica

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alfa
di Gianni Biondillo

Io ne’ anni danzai

Ahi! Col variare
marinavate usuali
(ah – le tre sirene –
le sole ingannavate!).

Allagata mi pentî,
andai anni ne’ ozi
– uff! Non fo’ braci –
in danze annoiai.

Calca non soffrire,
arena sorda
(salda, in genere,
immane si strozza)…

arbitra ove sono:
aromatico sorgi;
doni inni globali.

Andai in nazione,
non mi fece castrata,
non dico impeto
che lo perora: “Su!
macelli vorrò!”

Spio zona tiranna,
ritorno pensiero:
iena danza in noi!

Enrico Filippini, sintesi di movimento

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di Michele Sisto

Nei primi anni sessanta Enrico Filippini è tra i protagonisti di un nuovo “decennio delle traduzioni”. Facendo squadra con la giovane casa editrice Feltrinelli e con il Gruppo 63 porta in Italia una schiera di nuovi autori di lingua tedesca non riconducibili all’idea di letteratura allora dominante, quella affermatasi col neorealismo. Tra questi soprattutto Uwe Johnson e Günter Grass (ma anche Enzensberger, Bachmann, Handke), che Filippini in qualità di editor per la narrativa pubblica nelle collane di Feltrinelli e spesso traduce personalmente, arrivando in alcuni casi a farne di persona la recensione sulle riviste della neoavanguardia. La sua è un’idea più larga del tradurre, che non si limita alla trasposizione di un testo da una lingua all’altra ma include anche l’intervento sul contesto, volto a creare le condizioni e le categorie interpretative indispensabili perché un testo che non risponde alle attese dei lettori e dei critici venga efficacemente recepito, attecchisca. Un libro, teorizza Filippini, conta e ha successo solo se ha un “prima” e un “dopo”, se è parte di un evento, di una “grande sintesi di movimento”. Una lezione dalla quale l’editoria può imparare molto ancora oggi. (M.S.)

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Lasagne al forno surgelate Findus e tutto l’amore

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[ VideoVoce prodotto&confezionato dall’autore medesimo ]
di Paolo Sciola

stiamo insieme da 27 anni io
e dany ci vogliamo molto bene credo
con i soliti alti e bassi lei ha avuto
piccoli problemi di pressione e parentesi
localizzate d’alcolismo (le piacciono le cose
fatte bene quando riesce a farle taglia
le verdure a dadini perfetti per il minestrone)
ha avuto tre accidenti di figli nel frattempo
oltre me e una casa cui badare
sono stato abbastanza bene nella solitudine
abbastanza condivisa abbastanza insopportabile
ieri però stranamente ho dato via di testa
(mi capita sì e no otto nove volte l’anno
sono un tipo altrimenti equilibrato)

pop polar #1 – Giampaolo Simi

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Spinoza encule Hegel copy

di
Giampaolo Simi

Mai stato uno di quelli che muove le dita nelle scarpe quando gli danno del noirista o del giallista. Non l’ho fatto quando pareva di ammettere uno stato di minorità culturale, né quando poi faceva figo dirlo, non lo faccio ora che viene avvertito di nuovo come riduttivo (questa volta non dai critici, nel frattempo estintisi, ma dagli scrittori stessi).
Ho anche partecipato a delle tavole rotonde sulla differenza fra il noir e il giallo che non sono terminate in suicidi collettivi per torpore comatoso.
Piuttosto, mi opprime l’idea di essere sempre in un dopo. È troppo tempo che stiamo tutti in un dopo qualcosa, come se non riuscissimo a pensare di essere prima di qualcosa e a guardare avanti.
Se parliamo di post-noir saremmo inoltre di fronte al post di qualcosa che a malapena c’è stato. Nessuno dichiara mai di credere alle etichette, forse per timore di somigliare a un farmacista pignolo. Io comunque credo alle parole, specie quando sono parole vive. E noir è una parola che avendo vissuto per più della metà del Novecento, ha conosciuto una certa stratificazione di significati. Ma mi sento di dire che quanto si è visto nel panorama italiano degli ultimi dieci anni, con questa parola, anche nel suo significato più estensivo, ha poco a che vedere.

Riportando tutto a Bari

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Petruzzelli distrutto

di Nicola Lagioia

Negli anni Ottanta Bari era chiamata “la Milano del Sud”. A differenza di Napoli e Palermo – impegnate a ridefinire la propria vocazione meridionalistica –, la mia città in quel periodo puntava la bussola dei propri desideri verso il capoluogo lombardo. O meglio, con la scusa di imitare Milano, sognava velleitariamente il centro dell’impero. Erano i tempi dell’edonismo reaganiano, e bastava il più fasullo dei boom per montarsi la testa: ricordate? attraverso una fantasiosa serie di calcoli si tentò anche di dimostrare che l’Italia era la quinta potenza industrializzata del pianeta. Euforizzati dalla fine dell’austerity ma soprattutto dai ripetitori di Canale 5, anche i baresi sognarono una “città da bere”: se Milano aveva Craxi noi avevamo i Kennedy del Tavoliere (aka fratelli Matarrese), se lassù stilisti e copywriter venivano coperti d’oro, a Bari il mattone andava forte, il commercio fioriva, e in via Sparano – una convincente versione sottocosto di via Montenapoleone – le cassiere delle boutique avevano le convulsioni a furia di battere scontrini.

La camorra alla conquista dei partiti in Campania

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di Roberto Saviano

stato

Quando un’organizzazione può decidere del destino di un partito controllandone le tessere, quando può pesare sulla presidenza di una Regione, quando può infiltrarsi con assoluta dimestichezza e altrettanta noncuranza in opposizione e maggioranza, quando può decidere le sorti di quasi sei milioni di cittadini, non ci troviamo di fronte a un’emergenza, a un’anomalia, a un “caso Campania”. Ma al cospetto di una presa di potere già avvenuta della quale ora riusciamo semplicemente a mettere insieme alcuni segni e sintomi palesi

Dalla A allo Zammù

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Alfabeto Letterario
Lavieri edizioni e Gherardo Bortolotti

martedi 27 ottobre 2009, ore 19.30
Zammù
Via Saragozza 32/a – Bologna

Parigi val bene un best seller

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di Chiara Valerio

Allo stesso modo, molti scrittori non si mettono al lavoro con l’idea di scrivere un semplice libro, ma direttamente un best seller. Questo ha comportato una piccola rivoluzione copernicana: da categoria di mercato il best seller è diventato un vero e proprio genere letterario. Come scrivere un best seller in 57 giorni di Luca Ricci (Laterza Contromano, 2009) è un manuale di sopravvivenza al mondo letterario italiano. Anche se è ambientato a Parigi. Non saprei come altro definirlo. Forse un anestetico allo snobismo o una sacca di apnea nei fumi del sistema culturale. Forse un pamphlet fintamente non polemico sulla critica letteraria. Forse ancora un trattato di entomologia su come, se un impiegato può trasformarsi in uno scarafaggio, quattro scarafaggi possono trasformarsi in uno scrittore. Il viceversa rimane tuttavia un problema aperto. Se uno scrittore, calpestando il suo ego, negando la sua ossessione di essere uguale a se stesso o simile a un altro scrittore (sempre morto), saltando a piè pari l’imbarazzo di porsi domande non retoriche, e ammesso che ci riesca, decidesse di trasformarsi… quanti scarafaggi ci vorrebbero?

Prezzemolina e i bambini della fate

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di Francesca Matteoni

per Arianna

il terreno della fiaba

Molti anni fa, all’inizio dell’estate, le maestre di una scuola materna della mia città misero in scena con il teatro dei burattini la fiaba toscana di Prezzemolina. I bambini si erano preparati bene per lo spettacolo, imparando una filastrocca sulla coraggiosa ragazzina, facendo disegni e riempiendo varie pagine del quaderno dei ricordi. Dopo la festa, per vari giorni, mia cugina, che aveva allora 4 anni, continuò a cantare fra sé e sé la storia del cugino Memè e delle fate cattive, ridendo per gli omini che escono impazziti dalla Scatola del Bel Giullare. La guardavo dalla finestra giocare nel prato, intonando C’era una volta una bambina, che si chiamava…,

Blog Notes

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di effeffe
“La teoria della società riguarda una costruzione artificiale, un aggregato di esseri umani che solo superficialmente assomiglia alla comunità, nella misura in cui anche in essa gli individui vivono pacificamente gli uni accanto agli altri. Però, mentre nella comunità essi restano essenzialmente uniti nonostante i fattori che li separano, nella società restano essenzialmente separati nonostante i fattori che li uniscono”.
Ferdinand Tönnies, Comunità e società (Gemeinschaft und Gesellschaft)

castagne

Caduta libera
Quando l’ho visto quasi non ci potevo credere. Così quasi per averne conferma l’ho chiesto a un tassista in sosta poco più avanti. – Veda– mi ha detto- i castagni appartengono al Comune. Sono castagne particolarmente grosse e pesanti, le vede lì, per terra, e allora per evitare che qualcuno per un qualsiasi danno alla carrozzeria della sua auto faccia causa, hanno messo il cartello. ”
Lo ringrazio. Adesso è tutto più chiaro. Così mi diverto a immaginare i cartelli che ritroverò tra non molto, tipo, attenzione caduta pioggia d’inverno, (e per la primavera?) o perché no, uno che reciti l’adagio ” Attenzione d’estate fa caldo e si suda. Non rimborseremo le vostre camicie. Sulle prime ci rido quasi, poi s’impadronisce di me la consapevolezza di qualcosa di assai più tragico e che vorrei condividere con voi.

Scaffali nascosti (2) – orecchio acerbo editore

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«Scaffali nascosti», senza pretese di completezza, vuole disegnare una mappa dell’editoria indipendente dei nostri tempi. Medio-piccoli, piccoli, piccolissimi editori, spesso periferici, con idee e progetti ben precisi, che timidamente emergono, o forse emergeranno, o si spera che emergano, fra gli scaffali delle librerie. A cura di Andrea Gentile (andreagentilenazione_at_libero.it).

di Andrea Gentile

Era il 6 dicembre del 2001 e faceva un gran freddo. Si avvicinava il Natale. C’erano già le renne. E le strenne. Fu quel giorno che nacque il primo figlio di Orecchio Acerbo. Si chiamava Il gigante Gambipiombo, era firmato da Fabian Negrin e raccontava la storia di un gigante affamato di nuvole che svuota il cielo e esplode in «ciclopiche scoregge».

Così partirono Fausta Orecchio e Simone Tonucci, fondatori della casa editrice di letteratura illustrata Orecchio Acerbo, nome scelto per dare un senso di continuità con lo «Studio grafico Fausta Orecchio» e per omaggiare, ovviamente, Gianni Rodari, che ci aveva raccontato in versi la storia di Un uomo maturo con un orecchio acerbo, l’uomo che ha un «orecchio bambino» che gli serve per sentire «le cose che i grandi non stanno mai a sentire».

da Decreation / Decreazione

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Anne Carson

traduzione di Gian Maria Annovi

SLEEPCHAINS

Who can sleep when she—
hundreds of miles away I feel that vast breath
fan her restless decks.
Cicatrice by cicatrice
all the links
rattle once.
Here we go mother on the shipless ocean.
Pity us, pity the ocean, here we go.

 
 

CATENE DI SONNO

Chi può dormire mentre lei—
lontana centinaia di chilometri sento quel vasto respiro
sventaglia le sue inquiete carte da gioco.
Di cicatrice in cicatrice
ciascun anello
tintinna una volta.
Eccoci madre sull’oceano senza navi.
Pietà di noi, pietà dell’oceano, eccoci.

Note sul rapporto tra personale e politico (in margine al caso Marrazzo)

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di Marco Rovelli

Al cuore della questione Marrazzo (che emerge per par condicio con le escort di Berlusconi),  la mancanza di aderenza tra posizione etica e posizione politica. Non si fraintenda: non è questione di moralismo. Tutt’altro. Il moralismo, piuttosto, si basa proprio sullo scollamento tra i piani, su quella frattura tra etica singolare e politica pubblica (per richiamare la distinzione aristotelica), ciò che consente alla Morale la possibilità di un giudizio permanente (essa si fa “pontefice” tra un piano e l’altro). Si mostra ancora una volta che l’idea di politica intesa come mera “capacità tecnica” è solo astrazione: essa non regge quando sfrega con il suo “supplemento” necessario, ovvero la sfera dei “valori morali”.

Stili di vita alternativi. Nella Valle degli Elfi: intervista a Mario Cecchi (2° parte)

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di Giuseppe Moretti

Qui la prima parte dell’intervista

Parlaci di Avalon e della terra che vi sostiene (Avalon, è uno degli insediamenti degli Elfi in cui vive Mario).

Avalon è difficile da definire perché è un miscuglio di tante cose, di tante attività che si intersecano dando la possibilità ad ognuno di esprimersi. È chiaro, l’attività prevalente, quella che ci dà da magiare, è l’agricoltura. Coltiviamo gli orti con tutte le orticole e le leguminose per il nostro fabbisogno: ci sono 30/40 bocche giornaliere fra adulti e bambini. Ci prendiamo cura degli ulivi, che sono la coltura più intensiva, ma che abbiamo già trovato quando abbiamo preso il podere: 1200 piante distribuite in 5 ha. di terreno, più 1 ha. di bosco. Ma non ci limitiamo a questo, quando le annate sono buone andiamo a raccogliere anche negli uliveti dei vicini, che non hanno manodopera, quindi arriviamo a cogliere anche 3000 piante. L’olio viene distribuito in tutta la valle degli Elfi in base alle necessità della famiglia o del villaggio.

Quasi

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di Giovanni Cossu

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Lettere grosse

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Nuovi segnali dalla Rete di Marco Giovenale: Lettere grosse.

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La principessa del fiume Xiang

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dallacqua_immagine_Xiang2

[Pubblico molto volentieri un’altra poesia cinese classica, che l’amica sinologa Chloe Dallacqua ha tradotto e mi permette di pubblicare: fa sempre parte dei Nove canti; la precedente poesia è apparsa qui e la prima, con notizie sui Nove canti, qui. a.s.]

.

di Chloe Dallacqua

Ecco la terza traduzione che ti avevo promesso; la divinità è in questo caso una dea dell’acqua, di un fiume per la precisione, in onore della quale l’innamorato costruisce una dimora tra le onde (le divinità di fiumi e laghi, maschili e femminili, sono ricorrenti nel folklore cinese).

I versi sono sempre ritmati dal suono ansimante – hsi… – che ormai ben conosci, e la presenza di erbe, fiori ed essenze vegetali disorienta e incanta.

La principessa scende – hsi… sulla riva settentrionale; i suoi occhi mi cercano – hsi… pieni di desiderio.

Stormisce piano – hsi… il vento d’autunno, cadono foglie dagli alberi – hsi… sulle onde del lago Dongting.

Osservo ansioso – hsi… fra le erbe fiorite di bianco: al calar del sole – hsi… la mia signora verrà.

Musica proibita, dalla “musica degenerata” del nazismo alle censure di oggi. Incontro con Claudio Canal.

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Domenica 25 ottobre 2009 ore 18
Ex Circolo 1° Maggio,
Via di Porta San Marco 38, Pistoia

Incontro con Claudio Canal
a cura del
Comitato Antifascista San Lorenzo

Ingresso libero.
A seguire cena conviviale

Quando la musica incontra il potere, o, per meglio dire, si scontra con il potere, diventa proibita e oggetto di censure.

Zaffarano autore & traduttore alla Camera Verde

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DSCF2394Sabato 24 Ottobre 2009
ore 19:30 – Roma

il Centro Culturale La Camera Verde presenta

Curiosity Comes Quick and Questions Arise on Tuesday Morning
di Michele Zaffarano
per la collana «Calliope»

* * *

Erodiade di Gustave Flaubert

Tre racconti. La saggezza umana di Voltaire

tradotti da Michele Zaffarano
per la collana «Auberge Ravoux»

Centro Culturale La Camera Verde, via Giovanni Miani 20, Roma. Direttore Giovanni Andrea Semerano. Cell. 340.52.63.877. e-mail: lacameraverde@tiscalinet.it. Web: www.lacameraverde.com. e-mail (Michele Zaffarano): zaffam@libero.it.

GIORNATA DELLO SBATTEZZO

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di UAAR

Il 25 ottobre 2009 l’UAAR organizzerà la seconda giornata nazionale dello
sbattezzo. Il 25 ottobre 2008 furono ben i 1.032 cittadini che inviarono la
propria richiesta al parroco: un evento di cui hanno dato notizia diversi
mezzi di informazione, anche all’estero. Se nel 2009 il loro numero
aumenterà, il messaggio che sarà inviato sarà ancora più significativo. Si
può partecipare alla giornata dello sbattezzo in due modi: individualmente o
attraverso i circoli e referenti UAAR. Le modalità sono illustrate alla
pagina:
http://www.uaar.it/news/2009/06/08/ottobre-giornata-nazionale-dello-sbattezzo/

Maggiori informazioni su gli appuntamenti in programma per la giornata
dello sbattezzo sono disponibili sul calendario eventi del sito UAAR:
http://www.uaar.it/event

L’UAAR non organizza controriti vendicativi, né si rivolge ai fedeli.
‘Sbattezzo’ significa infatti cancellazione degli effetti civili del
battesimo, ossia l’elementare diritto, sancito dalla Dichiarazione
universale dei diritti dell’uomo e riconosciuto in Italia da un
provvedimento del Garante per la privacy, di poter abbandonare una
confessione religiosa: nel caso specifico, di non essere più
considerati dallo Stato come “sudditi” della Chiesa, “obbedienti” e
“sottomessi” alle gerarchie ecclesiastiche, come recita il Catechismo.

Una poesia semplice: Giampaolo De Pietro

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Questa è la terra
dov’ero. Il guado
di strada cantato
perimetro luogo
d’intanto
nonché in largo
lungo obliato
illuminato muto
di sole di spalle
questa è l’isola
pedonale della mattonella
di un solo suo coccio (azzurro)