di Andrea Inglese Anche per Giuliano Mesa il dialogo con l’opera di Beckett non è episodico, ma coinvolge procedimenti e risorse fondamentali del progetto poetico. Fin dalla raccolta I loro scritti, uscita nel 1992, Mesa pare elaborare in un suo modo personalissimo una costante della figurazione beckettiana: il corpo smembrato e derelitto.
di Andrea Inglese Diversi sono i poeti italiani, in cui è possibile rintracciare un’influenza puntuale o un’affinità più generale rispetto all’opera di Samuel Beckett. Ma per nessuno di questi autori si può parlare, come avviene nel caso di Gabriele Frasca e di Giuliano Mesa, di un rapporto frontale e consapevole con l’intera esperienza letteraria beckettiana.
di Giulia Pigliapoco
È solo quando si riconosce vita a tutto ciò che si dà storia, e che non è solo lo scenario di essa, che si rende giustizia al concetto di vita.
La vita si può intendere come creazione artistica data dal circostante. La vita è un’opera d’arte nella quale le immagini che si creano da essa sono formule di comprensione della vita stessa. Bisogna saper aprire gli occhi...
di Rebecca Molea
Mi sono chiesta a lungo cosa sarebbe successo: come avrei reagito alla notizia – piangendo? con sollievo? –, come sarebbe stato il dopo – un senso di solitudine perpetua o, a un certo punto, un’abitudine? – e, sopra ogni altra cosa, che significato avrebbe avuto, per me, per noi, per tutti, la morte.
Sintesi dalle radici, la prima opera poetica di Antonia Santopietro, prende le mosse da un’epigrafe affidata, non a caso, alla voce di Virginia Woolf. Versi ieratici che danno il via, aprono letteralmente, al libero movimento delle cadenze e alle direttrici della raccolta.
di Franco Buffoni
C’è una scena dell’Amleto di Laforgue che mi viene sempre in mente quando si tratta di definire che cosa sia per me «poesia». Amleto si rivolge a Orazio, l’amico assoluto, e lo prega di precederlo, per dire in sua vece, entrando, quelle parole «che lo uccidono».
Poesia come ancora di salvezza, dunque, in primis per chi la compone. Poesia mai stanca di ripetere quelle due o tre cose...
di Niccolò Amelii Chi ha la «cultura» ha, se non il potere, almeno
una delle condizioni di esso.
(F. Fortini, Dieci inverni)
Gli intellettuali nelle società del neocapitalismo avanzato sopravvivono a stento nei coni d’ombra, nelle aporie, negli interstizi delle strutture professionali e di produzione. Sebbene il fenomeno di disgregamento di un certo tipo di intellettuale (semi)engagé, culturalmente novecentesco, sembri inscriversi nella sua totalità nel quadro fenomenologico di una contemporaneità che ci appare...
di Massimiliano Manganelli
Quasi certamente non era nelle intenzioni di Giulio Ferroni scrivere e pubblicare un manifesto, cui peraltro La solitudine del critico (edito da Salerno) nemmeno lontanamente somiglia. Eppure, come in ogni manifesto che si rispetti, non mancano le parole d’ordine, anzi sarebbe meglio dire la parola d’ordine, per di più proclamata nel sottotitolo: resistere. E in copertina quel verbo è scritto in rosso, mentre le due parole che...
di Massimo Raffaeli
Non potevo immaginare che la cancellazione fosse la via dello splendore ma è come l’avessi saputo da sempre. Voglio dire che la prima lettura, indelebile, delle poesie di Philippe Jaccottet (e qui mi riferisco alla versione condotta da Fabio Pusterla su Il Barbagianni. L’Ignorante nel volume pubblicato da Einaudi nel ’92, che ho avuto la fortuna di aver visto nascere) per me è stata un riconoscimento, anzi...
di Vincenzo Frungillo
Nonostante la sua natura antologica Il luogo delle forze. Lo spazio della poesia nel tempo della dispersione segue un filone preciso della produzione poetica del nostro paese, qui infatti si prova a ragionare sulla poesia successiva agli anni zero con una precisa vocazione poematica. Questa tensione massimalista, troppo frettolosamente considerata minoritaria, è portatrice di un’esigenza specifica: lo spazio poetico non è più la sola espressione dell’io o...
di Giorgiomaria Cornelio
Dopo 15 anni dall’ultima edizione Feltrinelli ristamperà “Elementi di critica omosessuale”, libro che Mario Mieli pubblicò per la prima volta nel 1977 come rifacimento della sua tesi di laurea. Viene da esclamare “finalmente!”, dal momento che copie digitali e cartacee del testo hanno continuato con insistenza a circolare nonostante il (provvisorio) oblio editoriale ((All’opera di Mieli sono stati dedicati inoltre diversi approfondimenti, come il recente “E adesso”,...
di Mario De Santis
“Ho scritto un testo che non tende a nulla. Vuole solo esserci, come tutti”. Ci accoglie alla fine della prima poesia, questo verso che dice già nettamente qual è uno dei cardini del nuovo libro di Guido Mazzoni. Anche il titolo, La pura superficie, circoscrive un’idea del mondo che i testi, senza aspirare a conoscerlo, tuttavia inquadrano. Usare questo termine preso dalla fotografia o dal...
di Francesco Muzzioli
Mario Lunetta ci ha lasciati il 6 luglio. Amico generoso, intellettuale lucido e impegnato, scrittore inventivo e prolificissimo in tutti i generi letterari, oltre che organizzatore infaticabile sul territorio romano, ora sta a noi rileggerlo e commentarlo come figura centrale nella letteratura di questi anni. Occorrerà ripartire dalle prime opere: così, per ricordarlo, ho scelto la poesia introduttiva della raccolta La presa di Palermo, uscita nel 1979;...
di Massimiliano Manganelli
Quando le sue opere giungono a essere raccolte in un Meridiano, in genere vuol dire che quel determinato autore è più o meno definitivamente canonizzato. Non assunto in un ideale paradiso della letteratura, sia chiaro, bensì molto più semplicemente (e nel rispetto dell’etimologia) acquisito in un canone: diventa, in sostanza, un classico, o qualcosa di analogo. Perché Luigi Malerba diventasse un classico non era ovviamente necessario...
di Cristina Babino
(al colmo di questa finitezza
si resta comunque
soli)
La scena che si svolge ne La scolta è la stessa che si ripete ogni giorno in molte case. Italiane, soprattutto. Un’anziana signora a cui la malattia ha sottratto il movimento e la parola, assistita da una giovane badante straniera, venuta dall’Est. Una scena che ci suona familiare, comune, nella sua amarezza asciutta, ordinaria, e tanto da farsi quasi norma, consuetudine.
Questo...
di Giacomo Sartori
Allora, sono già passati sei apprensivi mesi dall’uscita del mio ultimo romanzo, un altro strato di claustrofobici mattoni di carta si sta sedimentando sopra quello prevacanziero, dove già si notano ragnatele e avvisaglie di muffa (prodromi dell’oblio definitivo?), nell’inesorabile compiersi dei cicli letterari, è ora di fare un po’ di bilanci! Io sono di quelli che pensano che nella vita bisogna sempre cercare di migliorare, e per...
di Alan Poloni
Uno potrebbe tranquillamente vivere di editoriali e amache, magari ritagliandosele per farsene un bel quadernetto a fine anno, ma un libro è un libro. Rabdomantico o randomantico quanto volete, un libro è un libro: se un giornalista e un saggista appaiono accomunati dall’avere Amedy Coulibaly o la sclerosi della comunicazione al centro della sintassi, in realtà le differenze del loro lavoro sono sostanziali: al primo la...
di Alberto Casadei
1. Con lo scopo di individuare valori estetici non scontati, la critica artistica, e in particolare letteraria, nasce tra Sette e Ottocento. Almeno fino agli anni settanta del XX secolo, l’intreccio di opera e poetica è sembrato indispensabile, così come il dialogo o lo scontro autore-critico. Persino la distinzione fra il versante accademico-storico-filologico e quello militante-attualizzante è stata in molti casi superata, prima in virtù di una...
di Giorgio Mascitelli
Due fenomeni opposti ma complementari sembrano, anche a uno sguardo superficiale, caratterizzare lo spazio del discorso pubblico contemporaneo: da un lato il fenomeno della produzione culturale della rete e del sistema mediatico, talvolta descritta con metafora alluvionale come massa indistinta che sommerge tutte le tradizionali procedure di controllo, anche qualitativo, del discorso a vantaggio di un indistinto che toglie significato, dall’altro la persistenza e il rafforzamento di...
Nel corso degli ultimi anni, da settembre 2008 a gennaio 2013, il critico e romanziere Enrico Capodaglio ha scritto e ordinato un proprio zibaldone di pensieri, di rado intervallati da brevi racconti e apologhi, che l’artista americano Nathaniel Katz ha ora pubblicato on-line in un sito dedicato, Palinsesto (www.palinsestodeipensieri.it), un’erratica antropologia del contemporane0 consultabile per anno oppure ricercando tra categorie di nomi e temi, di cui volentieri diffondo notizia.
di Daniele Giglioli
Spiegare la crisi del rapporto tra critica e teoria letteraria non è difficile, ma è sbagliato. Un vero e proprio errore categoriale. Quando la crisi è crisi vera, è lei che spiega te, non viceversa. Chi pretende di spiegare una crisi o ne è già fuori (la nottola di Minerva che si leva sul fare del tramonto) o si inganna o è in malafede.
Tanto più che bisogna...
di Paolo Zublena
Se si dovesse tracciare in poche righe la storia della critica (e del rapporto tra teoria e critica) nell’ultimo mezzo secolo, il risultato potrebbe essere – con gli ovvi limiti di una semplificazione – relativamente lineare e geograficamente non troppo discontinuo, tolte ovvie sacche di discronia, di inerzia o di marginalità. A grandi linee, a un’epoca d’oro, quella dello strutturalismo e del formalismo, in cui la teoria,...
di Giuseppe Zucco
Ricordo che i miei si leggevano l’Ulisse ad alta voce,
l’uno con l’altra, a letto: con un atteggiamento
fichissimo, tenendosi per mano, tutti e due animati
da questo amore davvero feroce per qualcosa.
David Foster Wallace
La storia degli attacchi all’Ulisse di James Joyce è antica quanto il libro stesso, scrive Valerio Magrelli in “Leggete le note da Dante a Joyce”, un articolo apparso su La Repubblica. Ma una sprezzatura leggendaria come quella di Virginia...
di Silvia De March
Il titolo può dissuadere. La pubblicizzazione, firmata dall'Associazione Erinna (donne contro la violenza alle donne), pure. La scarsa o nulla distribuzione delle edizioni Polìmata incentiva a desistere.
È improprio circoscrivere l'impegno letterario dell'autrice alla denuncia sociale. La raffinatezza della scrittura colloca la raccolta tra le letture più piacevoli e sorprendenti in una stagione di produzione poetica piatta.
La dedica (a chi ho preso la parola / alle loro...
di Roberto Bolaño
Per un po’ la Critica accompagna l’Opera, poi la Critica svanisce e sono i Lettori ad accompagnarla. Il viaggio può essere lungo o corto. Poi i Lettori muoiono uno per uno e l’Opera va avanti da sola, sebbene un’altra Critica e altri Lettori a poco a poco comincino ad accompagnarla sulla sua rotta. Poi la Critica muore di nuovo e i Lettori muoiono di nuovo e su...
La mia impressione è che i critici militanti abbiano paura.
Si rendono conto che la scrittura sta uscendo dal libro, sta agguantando altri media, altre griglie di relazione interna ed esterna all’oggetto libro e – sostanzialmente – loro, i critici, queste nuove modalità del raccontare non le sanno gestire. Non le conoscono, le confondono. E allora si tengono a debita distanza.
Nel momento in cui la critica ufficiale si disinteressa dei...
Mercoledì 4 Luglio 2012, ore 21.00
Libreria Popolare, via Tadino 18, Milano
Daniele Giglioli, Paolo Giovannetti, Antonio Loreto e Paolo Zublena
presentano:
Polemiche Letterarie. Dai Novissimi ai lit-blog
(Carocci, 2012)
di Gilda Policastro
Sarà presente l’autrice
Coordina Alessandro Broggi
Si chiama Institutional Criticism la critica delle istituzioni artistiche come pratica artistica, rivolta di solito a musei e gallerie.
I. C. apparve nei tardi Anni Sessanta, quando gli artisti cominciarono a creare opere in risposta alle istituzioni che acquistavano e esibivano il loro lavoro. In quegli anni le istituzioni artistiche erano spesso recepite come luoghi di ‘reclusione culturale’ e di conseguenza divennero oggetto di attacchi estetici, politici e teorici.
Il movimento...
di Enrico Palandri
Cosa vuol dire raccontare delle storie? Questa espressione ha spesso un tono spregiativo: dire di qualcuno che ‘racconta delle storie’ significa denunciare scarso rispetto della realtà. Nel reale si è, dirlo è un’altra cosa. La realtà è quindi nel senso comune il contrario di una storia. Le storie, fatte di parole, sono quindi semplicemente bugie: da Omero a oggi, attraverso miti e leggende, poemi e romanzi, gli...
1. Le linee fondamentali di questa ricostruzione ti sembrano plausibili?
Personalmente, sento di dover ringraziare Francesco Guglieri e Michele Sisto per il contributo di storicizzazione che hanno realizzato. Mi permetto di chiedere se non sia necessario fare attenzione anche alle dinamiche geografiche. È vero infatti che il web costituisce uno spazio alternativo a quello che misuriamo coi nostri corpi nella vita quotidiana, tuttavia, e proprio Verifica dei poteri 2.0 lo...