Ogni poesia ci pone la domanda di cosa sia la poesia. Arriva di fronte ai nostri occhi come un oggetto misterioso. Ci turba. Porta la vita come una bufera nel linguaggio, e fa del linguaggio bufera.
Da dove arrivano quelle parole?… Leggi il resto »
Ogni poesia ci pone la domanda di cosa sia la poesia. Arriva di fronte ai nostri occhi come un oggetto misterioso. Ci turba. Porta la vita come una bufera nel linguaggio, e fa del linguaggio bufera.
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di Antonio Francesco Perozzi
Mi piace parlare di Taccuino dell’urlo (2020, Marco Saya Edizioni) di Sonia Caporossi in termini di dialettica e “impaludamento”, intendendo con questi i due diversi impianti di significazione all’interno dei quali si muove il linguaggio del libro.… Leggi il resto »
trad. isometra di Daniele Ventre (da Omero, Odissea, ed. Mesogea, Messina, 2014)
Dentro la sala, frattanto, lo splendido Odísseo rimase,
e per i proci tramava insieme ad Atena l’eccidio:
Dunque a Telemaco in fretta parlò con alate parole:
«Dentro, Telemaco, è bene che tu le armi d’Ares deponga,
sì, tutte quante; ed ai proci, invece, con dolci parole
parla, se mai ne cercassero e ne domandassero conto:
«Le ho allontanate dal fumo, ché più non sembravano quelle
che nel partire per Troia Odísseo ci aveva lasciate,
sono annerite, fin dove è giunta la vampa del fuoco.… Leggi il resto »
di Lele Amoruso
O miseras hominum mentes, o pectora caeca. O misere menti degli uomini, o ciechi cuori.
Lucrezio, De rerum natura – II,13
QUALCUNO s’avvede guidando sulla superstrada, altri negli innumerevoli tragitti intercomunali.
Oppure giravoltando in bicicletta per stradine segnate da muretti a secco, o dal finestrino della Sud-Est; altri buttando giù l’occhio dall’aereo.… Leggi il resto »
trad. in esametri di Daniele Ventre
Ricorderò, né potrei scordarmelo, Apollo l’arciere
lui per cui tremano i numi, se avanza alla casa di Zeus;
tutti dai troni perciò, appena si viene appressando,
sorgono allora d’un balzo, se agita l’arco fulgente.
Leto soltanto lo attende con Zeus il signore del lampo,
lei che gli allenta la cocca e gli chiude poi la faretra,
quindi gli prende fra mano da dietro le valide spalle
l’arma, per assicurarla ad una colonna del padre
suo, ad un aureo chiodo; e in trono lo invita a sedersi.… Leggi il resto »
Prefazione di Maria Grazia Calandrone
La scrittura di Sonia Caporossi è mossa dalla necessità di comprendere filosoficamente il mondo, che si dà silenzioso nei suoi nessi, lasciando a noi il compito di decifrare la mappa di una realtà fatta di persone e cose che si muovono (e vengono mosse) stando in relazione.… Leggi il resto »
di Daniele Ventre*
Questa, ovviamente, non era una semplice influenza. Non lo era per una ragione tassonomica. Ci sono i virus influenzali (tipo H1N1) e ci sono i coronavirus, come quelli che provocano il raffreddore comune nel 17% dei casi.… Leggi il resto »
di Daniele Ventre
Al di là della prima impressione a caldo, non si può avere un adeguato confronto con un’opera come l’Ora stabilita di Francesco Filia senza seguirne passo a passo gli snodi interni. Lo spazio dato a una presentazione non è luogo opportuno per un commento perpetuo, e tuttavia è l’opera stessa, talvolta, a imporne in qualche misura la necessità, a richiedere al critico questa piccola messa solenne, questa strana liturgia della spiegazione sistematica della parola.… Leggi il resto »
di Corrado Aiello
Rischio l’enfasi
La porosità impervia del reale
La calma e la chiarezza di uno sguardo
Che non cede
Rischio l’attimo
La rapsodia onirica del se
La differenza al netto delle cose
Che vaniscono
Rischio il male
E il benessere vago del viaggiare
Il gesto noncurante del maestro
Che ripete… Leggi il resto »
di Daniele Ventre
A tempo dato aprivano origini.
Sul tetto a raso i nibbi planavano.
Ci si attendeva. Un tempo d’ira
batte alla porta con pugni fermi.
Restava il piede in basso. Confermano
lo stallo al segno –al limite minimo.
Le voci rauche al buio dànno
segno di corpi venduti a peso.… Leggi il resto »
di Daniele Ventre
Le culture figlie della rivoluzione neolitica e del patriarcato si contraddistinguono, fra l’altro, per quella peculiare sottospecie di femminicidio rituale di cui sono oggetto donne che non sono conformi al modello dominante, e fanno “lavori da uomini”. In determinati contesti storici, il femminicidio rituale avviene su larga scala, come nelle ondate di caccia alle streghe che funestano la storia del mondo occidentale fra il basso medioevo e la prima modernità; la circostanza per cui le cacce alle streghe mietono anche molte vittime di sesso maschile, paradossalmente conferma, più che smentire, l’appartenenza del fenomeno a tale dinamica femminicidiaria ritualizzata, che sia essa sancita o meno dallo Stato o dall’autorità religiosa: gli uomini processati per stregoneria spesso si occupano di alchimia o di cose celesti, vale a dire, non fanno “lavori da uomini”; occasionalmente, interviene anche l’omofobia come motivazione aggiuntiva.… Leggi il resto »
di Sonia Caporossi
La tendenza al male presente in ogni uomo
è il pervertimento del fondamento soggettivo
dell’uso della libertà, che consiste nell’elevare
a massima suprema del proprio agire
la disponibilità a subordinare, all’occorrenza,
il motivo della pura obbedienza alla legge
ad altri motivi, ovvero gli interessi
delle proprie inclinazioni sensibili.… Leggi il resto »
Nota di lettura di Giorgio Galli
Non è facile parlare della poesia di Raffaela Fazio, perché è una poesia intimamente autosufficiente, che si compie in se stessa e sembra refrattaria alla sovrapposizione di parole che non siano le sue. Eppure occorre che io ne parli, almeno per rendere conto della gioia che ho ricevuto dalla lettura de L’ultimo quarto del giorno (La Vita Felice, 2018).… Leggi il resto »
di Daniele Ventre
“Ogni epoca pretende i suoi miti, ogni mito modella la propria epoca”: così scrive Edoardo Sant’Elia nella prima pagina di Ri(e)mozioni novecentesche – Dieci saggi narrativi su dieci idee, pubblicato in questo abnorme 2019 per i tipi di Studium edizioni, e con questo aforisma lascia al lettore, già nell’incipit, la traccia di fondo della peculiare filosofia delle narrazioni contemporanee che con quest’opera va inaugurandosi, come originale programma di indagine saggistica della mitopoiesi del tempo attuale.… Leggi il resto »
trad. isometra di Daniele Ventre
A Joan ed Elizabeth
Era così triste amore all’ombrata riva motosa
degli assopiti ricordi, e solo all’oscurità
degli usignoli -oh realtà soavissima, certa, certa,
canto assoluto, oltre l’alba a lacerarti- così
pallido tra la corona profonda dei tigli -cristallo
di primavera, però, solo in altezza -che offrì
mare, a ossessione, che fosse la stella più pura, se c’era,
e ci premesse anche il Tempo, ed il pensiero, che va
alto su schiuma errabonda, inventasse innumeri uccelli,
gai cavalieri che al suo vento lo seguitino
candidi!… Leggi il resto »
traduzione isometra di Daniele Ventre
Più che civili le guerre nel mezzo dei campi d’Emazia,
dato diritto al delitto cantiamo, e del popolo forte
che con la mano vittrice nei visceri suoi si rivolse,
e imparentate le schiere, e come, spezzatosi il patto
per il potere, ogni forza del mondo squassato fu in gara
per nefandezza comune, a insegne nemiche le insegne
volte di contro, pari aquile e lance a minaccia di lance.… Leggi il resto »
(Estratto di un articolo che apparirà completo su Testo a Fronte giugno 2019).
di Antonio Perrone
1. Storia traduttologica ed editoriale
1.1 Introduzione
Il poemetto di Pagliarani ha una storia traduttiva abbastanza cospicua: in circa un cinquantennio a partire dalla sua prima apparizione completa nel 1960, è stato tradotto in alcune delle principali lingue europee, come il castigliano , il tedesco e l’inglese .… Leggi il resto »
di Daniele Ventre
Da poco ha visto la luce, per i tipi di Lietocolle, nella collana gialla a cura di Augusto Pivanti, la silloge Misura, del poeta, critico e studioso napoletano Bernardo De Luca. Di fatto, se si escludono le presenze in antologie di un certo rilievo (Delle coincidenze, a cura di F.… Leggi il resto »
Un caro diario di questi anni
Caro Diario,
questo diario è un miracolo. L’ho baciato preso in braccio, vedendolo .
(Era specchio di me o del sé delle altre?). Era vivente.
Le tecnologie malate, anche loro, si sono accanite a ritardare i primi contatti, e poi l’approdo: è tornato a casa, mio come un ulisse.… Leggi il resto »
Intervista di Gianluca Garrapa
Il lavoro critico e antologico di Sonia Caporossi si è esplicato negli ultimi due anni attraverso i seguenti volumi, Da che verso stai?, il cui sottotitolo è, evocativamente, Indagine sulle scritture che vanno e non vanno a capo in Italia, oggi (Marco Saya Edizioni 2017), e l’antologia La Parola Informe, esplorazioni e nuove scritture dell’ultracontemporaneità (Marco Saya Edizioni 2018).… Leggi il resto »
di Daniele Ventre
In queste settimane, in alcuni siti di estrema destra, di cui risparmierò i link ai lettori per amor di decenza, compaiono articoli secondo cui Enea non sarebbe un migrante, uno straniero arrivato in Italia e inizialmente respinto: Enea sarebbe invece discendente dell’italico Dardano e sarebbe ritornato qui non come vile disertore dopo una guerra (secondo quella che è la “interpretazione” di destra delle motivazioni per cui migliaia di persone inermi scappano dai massacri), ma come eroe sconfitto e superstite, fato profugus e dunque predestinato all’Italia.… Leggi il resto »