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televisione

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La guerra come forma della pubblicità. Un breve poema

di Guido Caserza Non tutto è come sembra chiede cosa pensa della guerra cosa pensa un istante e ci vediamo non tutto è come sembra pote

Fuori dal raccordo c’è l’Italia

di Gianni Biondillo E così, anche in questo nuovo romanzo, non ho parlato del Duomo. Sono anni che scrivo di Milano, la studio, la racconto, e mai una pagina, mai una riga dedicata alla cattedrale. È l'unico imperativo che mi sono posto: supera il luogo comune, Milano è molto di più. Questa posizione radicale, ideologica, è la reazione a un modo di rappresentare la mia città nella fiction nazionale. Quando...

Il monoscopio

(ecco il penultimo degli Incontri ravvicinati di tutti i tipi. Oggi andremo in casa addirittura di un premio Nobel! G.B.) di Alberto Tonti L’atmosfera al Politecnico di Milano è già bella calda. Si passano giorni interi in assemblea a discutere di tutto e di più, fondamentalmente contro qualcosa o qualcuno. Le idee in gioco non sono ancora confluite in diverse, distinte fazioni, simili fra loro ma con sfumature che andranno dal...

Disquisizioni sul punk

di Andrea Inglese Tutti amano disquisire sul punk, a freddo. Tutti si sono ampiamente nutriti dell’estetica punk, che troneggia come fosse sempre fresca nei grandi archivi dell’immaginario contemporaneo. E gli stilisti a corto di idee, i costumisti di Hollywood in crisi d’ispirazione, i romanzieri di fantascienza, gli sceneggiatori di serie televisive noir, i giovani musicisti che si ostinano a rinnovare disperatamente il rock, tutti hanno facoltà di pescare in quel...

Note all’edizione italiana di Expanded Cinema di Gene Youngblood: un glossario minimale

di Francesco Monico Cinema Espanso è la traduzione italiana del termine composto inglese Expanded Cinema. Il significato sta nella relazione tra due parole in cui la seconda è oggi la più chiara: espanso deriva da espandere, un verbo transitivo che deriva dal  latino 'ex', che sta per “fuori”, e  'pândere' che vuol significare “allargare”, “diffondere”, “ingrandire”, la magnitudo del fenomeno. Infatti oggi l'esplosione informatica sta espandendo le relazioni tra le...

Un’autobiografia impersonale. Note su “Girls” di Lena Dunham

di Enrico Camporesi Who cares if there's a plot or not when they've got a lot of dames? What do you go for? Go see a show for? Let's tell the truth: you go to see those beautiful dames! Da Dames (R. Enright & B. Berkeley, 1934) Quasi fosse un esercizio sofistico, a più riprese ho tentato di dare corpo, oralmente, alla mia passione per Girls. La verbalizzazione si faceva difficile, quanto più semplice e...

Scrittori in prima serata

di Giuseppe Zucco Nel migliore dei mondi possibili, questo post non avrebbe ragione di esistere. Gli scrittori avrebbero già un posto fisso nei palinsesti. Accanto ai programmi di puro intrattenimento, ce ne sarebbero altri in cui gli scrittori e le loro opere contenderebbero l'attenzione e la pazienza degli spettatori. In un regime di reale concorrenza, mentre i luminosi scacciapensieri trillerebbero la loro fugacità, gli scrittori avrebbero tutto il tempo di...

In verità, in verità vi dico

di Giuseppe Zucco   È più brusco trovarsi a tu per tu con le strutture tutto in una volta. Elio Pagliarani La parte migliore di me non avrebbe dovuto lasciarti andare. Sinceramente, la parte migliore di me non avrebbe dovuto neanche permettere che ti allontanassi di un millimetro. La parte migliore di me avrebbe dovuto lottare - svenarsi, sgolarsi, certo - e cercare di convincerti: metterti al riguardo di quanto la stabilità sentimentale venuta a...

video arte #12 – omer fast

http://vimeo.com/27404647 Da: Omer Fast, CNN Concateneted, 2002.

Falling Man – Sulla quinta stagione di Mad Man

di Gianluca Didino Tra una ventina d’anni, quando a qualcuno toccherà il compito ingrato di rovistare tra i frammenti di cultura pop di inizio Millennio per dare loro un senso, una serie televisiva come Mad Men giocherà un ruolo da padrone. E questo non solo perché la vicenda dei pubblicitari di Madison Avenue, tutta concentrata in una manciata di anni che vanno dal 1960 in poi, si sta candidando a...

I canali di Sigmund Freud

di Giuseppe Zucco   Se sono stanco, e metaforicamente accartocciato e spento, e ho atteso in trance che l’autobus materializzasse la sua stazza grigio-arancione tra gli ottani di benzina fluttuanti nell’aria, e non sono riuscito a fare spesa, né a intercettare nessuno di veramente amichevole o familiare sulla via di casa, e la giornata è andata com’è andata, consegnandomi la tipica pallida espressione di pecora nel gregge, dopo che per estenuanti...

Maria De Filippi / Emanuele Kraushaar

Mi chiamo Damiano. Ho 28 anni e non me ne frega una cazzo di niente. Da quando sono stato tronista a Uomini e Donne ancora di più non me ne frega un cazzo di niente. Tutti mi cercano adesso, vogliono uscire con me, mi aggiungono come amico su Facebook. Ho grandi possibilità lavorative in televisione, tutte le ragazze in discoteca mi si buttano addosso, mi lasciano il loro numero di cellulare. Tutti mi...

Di chi è la colpa?

di Gianni Biondillo Di chi è la colpa? Di primo acchito mi viene da dire che è colpa di C.S.I., la fiction americana, così fiduciosa delle prove oggettive, dei riscontri scientifici, delle magnifiche sorti e progressive, da non ammettere dubbi: il caso si risolve sulla scena del crimine, il processo è quasi un orpello, la tecnologia vince sulle impalpabili teorie umane. Magari fosse così semplice! Un amico scrittore ed ex...

Progressismo e sottocultura

di Luca Lenzini “Dove sono stati per tutto questo tempo i progressisti?” La domanda posta da Massimiliano Panarari a p.122 di L’egemonia sottoculturale. L’Italia da Gramsci al gossip (Einaudi) riguarda l’ultimo trentennio di storia patria, e merita attenzione. Secondo l’autore, docente di “analisi del linguaggio politico” all’università, quel periodo ha visto il trionfale instaurarsi nel corpo sociale della sottocultura dell’intrattenimento e del gossip, funzionale all’“episteme della contemporaneità postmoderna” (p.9): diffusa in...

L’Italia che non è in me

  di Tommaso Pincio La questione è un terreno minato. Pertanto si preferisce eluderla o ammantarla d'altro. È che ne siamo troppo intrisi. È quello che siamo. A prenderla di petto, ci vedremmo costretti a gettare il bambino prima ancora dell'acqua sporca. Nondimeno, è giusto rammentare la verità vera di quando in quando. Quella sepolta dai tanti strati di verità di comodo. Di cosa sto parlando? Ma della causa primigenia, naturalmente....

Le straordinarie avventure televisive di Éric Rohmer

di Lorenzo Esposito Nel decennio che separa Le signe du lion (1959) e Ma nuit chez Maud (1969), non considerando il gruppo dei primi cortometraggi e La collectionneuse (1967), l’attenzione di Éric Rohmer fu principalmente catalizzata dalla serie di quindici lavori per la tv francese, che lui stesso curò e girò. Si tratta, per l’esattezza, di quindici emissioni televisive, traducendo letteralmente dal francese la parola émission, che nei titoli di testa...

Come muore Enzo Biagi

di Giuseppe Zucco Esente da memorie e da speranze, illimitato, astratto, quasi futuro, il morto non è un morto, è la morte. Jorge Luis Borges Guardo la morte di Enzo Biagi. Lo guardo morire da domenica mattina. Muore infinite volte, il più autorevole dei giornalisti italiani, e prima di scendere sottoterra, scava dappertutto lo spazio in cui verrà sepolto. Non lo accoglie solo la terra dell’ultimo giorno. Ma continua a scavare il...

Zappin’g

Zapping di Eliana Petrizzi Un pomeriggio immenso e vuoto. Potrei approfittarne per risolvere faccende rinviate da tempo, ma le intenzioni sfuggono nell’inconcludente. Quando capitavano queste giornate, si andava in chiesa a recitare il rosario o al cimitero dai propri morti. Ora esistono altre cattedrali, più chiassose e con pilastri così friabili che non appena vi si entra se ne resta coperti dalle macerie: sono i centri commerciali quando si esce, la televisione...

Avviso agli studenti / 4

di Raoul Vaneigem IMPARARE L'AUTONOMIA, NON LA DIPENDENZA La scuola ha promulgato per secoli il sequestro del fanciullo da parte della famiglia autoritaria e particolare. Ora che si abbozza tra i genitori e la loro progenie una comprensione reciproca fatta di affetto e di autonomia progressiva, sarebbe un peccato che la scuola cessasse di ispirarsi alla comunità familiare. Paradossalmente il sistema educativo, che accoglie con i giovani ciò che cambia di più,...

Come sono diventato un professore della scuola italiana

di Sergio Soda Star Il Tirocinio Il tirocinio è una attività che si compie per allenarsi a diventare professore della scuola italiana. Si fa nelle scuole affiancando professori che ti insegnano a diventare come loro abili nell'insegnamento e quindi si impara a contribuire a formare la società italiana. La prof.ssa Vengo La prof.ssa Vengo oggi ha cominciato a insegnarmi a diventare professore. Lei è un tipo spigliato e aperto che contesta la...

Credere, obbedire, combattere (di quando l’esercito scendeva per strada)

di Francesca Matteoni Il 4 agosto è sempre stato un giorno speciale per me: in questa data nel 1792 nasceva infatti nel Sussex Percy Bysshe Shelley, il poeta romantico che amavo da ragazzina. Avevo circa tredici anni - dopo aver letto Ode to the West Wind su una vecchia antologia liceale, mia madre mi regalò un’edizione italiana delle sue poesie con traduzione di Roberto Sanesi. Nella mia fantasia Shelley divenne...

La bellezza andrà all’inferno? Lettera a Ornela Vorpsi

di Massimo Rizzante 1 Cara Ornela, ho letto Il paese dove non si muore mai (2004). Ho letto anche la tua seconda opera, Buvez du cacao Van Houten! (2005), che non è ancora stata pubblicata in Italia. Infine, La mano che non mordi (2007). Nel primo romanzo, dedicato interamente al tuo paese d’origine, l’Albania, il paese in cui la parola «paura» è priva di significato – mentre la parola «umiltà» è perfino assente...

Palinsesti di risarcimento

  di Franz Krauspenhaar Quello che il poeta fiorentino Marco Simonelli ha fatto con Palinsesti, Zona, pagg. 79 euro 10.00, è qualcosa di molto ambizioso. Poeta giovane – è del 79 - e bizzarro, attento come pochi alla mise en scéne di un linguaggio alto associato ai personaggi molto degradabili della televisione, Simonelli ha creato con questo libro una sorta di viaggio al termine della notte del monoscopio, e non solo....

Il contemporaneo Ottocento

di Antonio Scurati L’Italia è un Paese culturalmente arretrato. Qualsiasi valutazione su Guerra e pace, la fiction che prometteva di riportare la grande letteratura in prima serata su Rai Uno, deve partire da questa constatazione. Nessun giudizio di valore ne può prescindere: si tratta del prodotto culturale di punta di un Paese culturalmente arretrato. L'assunto di partenza, per quanto spiacevole, è purtroppo incontestabile. Tutti i dati statistici e i parametri sociologici...

Una madre che piange, o il suo Spettacolo

  di Marco Rovelli  Le vedo piangere, le madri. Mi stanno ad un passo, davanti agli occhi. Così vicine che potrei asciugargli le lacrime. Ma non lo faccio. Una madre che piange è sacra. Nel senso che è separata, intoccabile, inavvicinabile. Quando hai davanti una madre che piange l'irredimibile assenza del figlio, è come smisurata. Non sai neppure come potresti abbracciarla. Ti pare di avere davanti il dolore infinito, infinito e...

Tutele a metà. L’infanzia tra abuso e mercato.

di Stefano Savella Che i pedofili siano mostri (meglio: “orchi”), che si appostino fuori dalle scuole, che vadano in giro in impermeabile a caccia delle loro prede, come in M il mostro di Dusseldorf, sono le rappresentazioni più immediate dell’immaginario collettivo dinanzi alla parola “pedofilo”. I fatti di cronaca (denunce, arresti, atti inequivocabilmente compiuti) che acquistano maggiore valore, cioè che vengono riportati da tutti i telegiornali nazionali nei titoli di...

Il fattore C. La comunicazione del governo alla prova dei sei mesi #4

  di Edoardo Novelli    Quarta parte dello studio di Edoardo Novelli sulla comunicazione del governo Prodi. Questa volta, intervista a Giovanni Floris, conduttore di Ballarò. Qui la prima e la seconda parte, qui l'intervista a Gianluca Luzi. gv. Chi sono i vostri interlocutori, quelli con cui trattate per avere i politici in trasmissione? Noi abbiamo tentato fin da subito di specializzarci, quindi nel nostro gruppo autorale abbiamo due persone incaricate di tenere i...

Hegel, Genna e la televisione

di Valter Binaghi Hegel diceva che il giornale è la Bibbia dell’uomo moderno, ma non conosceva la televisione. Il giornale è ancora Vecchio Testamento: la notizia che esalta o deprime, e comunque irrimediabilmente incombe, scolpita nello scritto come un nuovo Decalogo; il principio di realtà ha ancora qualcosa dei fulmini di Jahvè, nell’ingiungerti di conformare ad esso la tua visione del mondo. La televisione invece è l’Emmanuele, Dio con noi: propone...

Un po’ di autoreferenzialità

di Christian Raimo Provo a dire delle cose... A me viene in mente questa cosa qui. Negli ultimi anni, nel decennio berlusconiano, c’è stata evidentemente una sorta di diaspora, quasi sradicazione, evaporazione delle professionalità. Questo da una parte. Perché da un’altra c’è stato un fenomeno di disgregazione di quelle che sono state le palestre collettive. Provo a declinare un po’ meglio questo discorso. Nel senso che noi abbiamo...
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