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fotografia

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La voglia fortissima di non essere chi rimane – poesia e fotografia in Mia Lecomte

Di Massimiliano Damaggio
Poesia, fotografia, sguardo. Il momento in cui la luce penetra l'occhio e crea, ricrea, ricostruisce, mette a dimora un seme destinato a sbocciare quando sul bianco della pagina si apre e richiude l'obiettivo, e la forma si congela in un'immagine immobile, fotografica, e in una evanescente, scritta.

Raymond Depardon, una poetica dell’interstizio

di Ornella Tajani
È un mondo interstiziale quello ritratto dal grande fotografo tra il 1979 e il 2006, fatto di marciapiedi umidi, ristoranti cinesi deserti, ruote panoramiche su sfocati orizzonti, scritte murali che segnano il tempo: «Roulez moins vite, vous pourriez écraser Roland Barthes»

Prima fascismu, adés no sai – FEDERICO TAVAN

poesie di Federico Tavan fotografie di Danilo De Marco
Maledeta chê volta / ch’ài tacât a scrîve

La fame non contempla la ragione

di Mariasole Ariot
Quando cade la pioggia dalla bocca e si fa nero il nero, si accumulano le uova dell'insetto che apre e scortica il becco di tre parti, una cosa morta il bianco ragionato un petalo appassito per dolore...

Non andare troppo lontano

di Mariasole Ariot
I passi dello sguardo del fotografo Pacini in "Non andare troppo lontano" (Editrice Quinlan, 2022), si confondono con i nostri, si avvicinano lenti verso l'immaginario che non acceca e non grida ma resta silenzioso...

“Una specie di alone”: guardare il mondo con Luigi Ghirri

di Daniele Ruini
Il nome di Luigi Ghirri (1943-1992) è diventato quasi un sinonimo della fotografia italiana degli anni ’70 e ’80 del secolo scorso

L’industria della polvere – una mostra di Carlo Vigni

di Ornella Tajani
A Siena, presso il complesso di Santa Maria della Scala, è aperta ancora fino a fine gennaio la mostra fotografica "L'industria della polvere" di Carlo Vigni, dedicata all'ex impianto Idit

Assialità dei legami : fotografie di Isabelle Boccon-Gibod

di Lisa Ginzburg
Ho conosciuto Isabelle Boccon-Gibod qualche anno fa, perché un’amica la portò a cena da me (ancora si cenava insieme, con quegli “aggiungi un posto a tavola” a movimentare convivialità che è difficile e anche doloroso ricordare nel presente di adesso).

Nervino

di Mariasole Ariot
Si apre nella stanza – la parvenza della luce che ha per occhio – una buca sul terreno della casa – le mani dolci come cialde – il delicato attendere una chiamata
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